mercoledì 28 marzo 2007

Da oggi c'è un nuovo capitano. E quello sono io.

Oggi alle 15 ho sostenuto, superandolo, l'esame per ottenere la licenza di comando di unità da diporto a vela e motore inferiori a 24metri senza limite dalla costa, volgarmente detta patente nautica"oltre".
Mi sento bene.
Un grazie sincero e di cuore a tutti coloro che mi hanno sostenuto, caricato e sopportato in questi giorni.

giovedì 22 marzo 2007

Bisognerebbe aggiungere qualcosa al sottotitolo...

Ciao a tutti,
ieri una telefonata ha modificato i miei piani per il prossimo mese:
ho appreso infatti che la prossima settimana partirò alla volta di Valencia per far parte del team di +39 per tentare l'avventura della Louis Vuitton Cup.
Inutile dire che sono emozionato.
Anche se probabilmente non sarò presente, andate al Velaleo(trovate la locandina qui sul blog) il 31 marzo!
Nei limiti del possibile cercherò di tenervi aggiornati da qui!

lunedì 19 marzo 2007

Ogni tanto qualche lezione si anima...

19 marzo 2007, Università degli Studi di Milano, aula 304, lezione di Diritto Costituzionale progredito...sembra la classica lezione frontale, ma qualcuno non ci sta.
Il tema delle ultime lezioni è stato l'aborto. Uno studente negli ultimi minuti di lezione chiede alla professoressa di poter far visionare agli studenti presenti in aula un filmato riguardante le dure condizioni dei feti asportati dai corpi delle madri con conseguenti e poco piacevoli visioni di teste mozzate o braccine strappate. Tutto questo per dimostrare la crudeltà dell'aborto e la violenza che tutto ciò comporta. La profesoressa nicchia...

Personalmente, da modesto studente di giurisprudenza, modo in cui ho deciso di affrontare ogni questione presente su questo blog, ritengo che l'utilizzo dello strumento del filmato crudo e violento per esprimere il proprio dissenso all'aborto mettendone in luce in chiave decisamente tragica le conseguenze sia scorretto all'interno di quel contesto di libero scambio di idee quale deve essere l'ambiente universitario.
Non credo che su determinati argomenti sia lecito fare provocazioni del genere, nè tantomeno del terrorismo psicologico.
Tematiche del genere vanno affrontate a mio giudizio in maniera più seria e rispettosa nei confronti di coloro che non la pensano allo stesso modo.
Da cattolico praticante penso che la vita sia un bene preziosissimo da tutelare nella miglior forma possibile, utilizzando gli strumenti che la politica ed il diritto soprattutto ci mettono a disposizione.
Salvo rari casi, ritengo che la madre che sia costretta, per ragioni più o meno gravi, a privarsi del frutto del proprio grembo, non sia entusiasta della cosa, anzi sono convinto che sia decisamente spaventata e soprattutto terrorizzata da quello che, ripeto salvo rari casi, le situazioni l'hanno spinta a fare.
Sono altresì convinto che l'aborto debba necessariamente rappresentare l'extrema ratio di un percorso assistenziale fornito alle donne in difficoltà, che sia in grado di sostenerle e consigliarle ad ogni passo, evidenziando tutte le valide alternative possibili, lasciando loro infine la possibilità di compiere una scelta in piena libertà.
La legge sull'aborto, ricordo, impedisce inoltre che le donne in difficoltà si affidino a soggetti "non addetti ai lavori" con il rischio di sopprimere due vite.
Da ultimo sostengo dunque che la laicità dello stato, che non vuol dire anticlericalismo, debba garantire un servizio atto a soddisfare determinate problematiche, lasciando poi ai singoli soggetti la libertà di scegliere in base alle proprie idee.

domenica 18 marzo 2007

Processo a Medea II

Sezione: teatro rappresentazioni - Pagina: 007

(17 marzo, 2007) Corriere della Sera


Clic d' autore

Sul Palcoscenico Riabilitati Medea e i Giovani d' Oggi



Serata interessantissima, l' altra sera al Piccolo Teatro Studio. In meno di 90 minuti si sono apprese tre cose: i ragazzi amano sapere e partecipare, gli uomini erano fetenti anche ai tempi antichi, le donne se non le sposi, oggi come allora, si vendicano. Nel «Processo a Medea», a cura di Eva Cantarella, c' era una incredibile folla di giovanissimi. Sul palco un vero tribunale giudicava Medea, l' infanticida più famosa del mondo. Principessa barbara che aveva sacrificato famiglia, patria e onore per Giasone, principe greco, che dopo averla usata e condotta nella sua terra l' aveva abbandonata per sposare la figlia del re di Corinto:per assicurare un futuro migliore ai figliuoli. Il mellifluo discorso infuriò la principessa barbara che Euripide racconta uccise la moglie prescelta e i due figli avuti da Giasone. Finalone terrificante che, in scena ,gli attori, Giovanna Bozzolo e Luca Lazzareschi, confutano: Medea non uccise i suoi figli, li abbandonò al tempio. Comunque sia andata Giasone era quello che era, un vanesio arrampicatore, profittatore. Eva Cantarella è stata una efficacissima difesa, tanto che l' ha spuntata: pubblico e giuria hanno assolto Medea. Impassibile Adolfo Ceretti, professore straordinario di Criminologia alla Bicocca. Ma, più che l' assoluzione, ha colpito la voglia di sapere e partecipare dei ragazzi. Brividi e giudizi gratis.



Sotis Lina

Processo a Medea

Grande successo per il processo a Medea!


Sezione: varie - Pagina: 001.007

(14 marzo, 2007) Corriere della Sera


TEATRO STUDIO

Docenti e matricole processano Medea «Vittima o eroina?»



Colpevole o innocente? Senza scelta o imperdonabile? Si sono spesi fiumi di inchiostro per decidere colpe e responsabilità di Medea, la fosca e bellissima eroina di Euripide. Eva Cantarella, docente di diritto greco alla Statale, tenta l' impresa. E mette in scena al Teatro Studio un processo alla più cupa creatura del mito greco. Processo a Medea. Proprio lei, la matricida più famosa della letteratura. Quella che riesce ancora oggi, dopo due millenni e mezzo, a sconvolgere gli animi, a dividere, a far discutere. Medea sarà ascoltata e giudicata domani sera alle 20 al Piccolo Teatro Studio di via Rivoli. I giudici saranno gli studenti della Statale. A difenderla, la docente di diritto greco Eva Cantarella. Una serata nata da un corso universitario alla facoltà di Giurisprudenza. «Durante le lezioni - racconta la professoressa - i ragazzi si fermavano a riflettere (e a litigare) sulle ragioni di Medea e Giasone. Da qui abbiamo deciso di mettere in scena il processo». Due gli attori. Giovanna Bozzolo (Medea) e Luca Lazzareschi (Giasone). Dopo accusa e difesa, gli studenti, «giudici togati», emetteranno il verdetto. A quel punto, la sentenza sarà messa a confronto con l' opinione del pubblico in sala. Non sarà facile decidere. Da una parte c' è la donna tradita dal marito, il filibustiere-arrivista-smidollato Giasone. Dall' altra c' è la cupa eroina del male, colei che rinuncia ai figli pur di appagare la sua sete di vendetta. Difenderla sarà altrettanto difficile. «Ma non impossibile», sorride la professoressa Cantarella che per domani sera promette una sorpresa. L' ingresso è libero fino a esaurimento posti.



Sacchi Annachiara

Velaleo II


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